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Il rock progressive tra storia e musica

Il Rock… il fatidico Rock!

Il rock nasce come forma di protesta, nasce perché i ragazzi volevano qualcosa di più della solita musica jazz-blues o alla beatles. In italia il rock venne conosciuto dopo, come ogni cosa, gli anglo-americani; i gruppi italiani come il Banco del mutuo soccorso o Premiata forneria marconi (PFM) nascono alquanto tardivamente rispetto al “Prog” anglo-americano: Genesis, King Crimson, ecc…

Parliamo inizialmente, però, della protesta: Rolling Stones sicuramente! Gli anti-Beatles per eccellenza.

Arrestati, criticati, resi diavoli quando in realtà erano dei dotti inglesi che volevano solo rompere con la musica cantilena.

Satisfaction venne composto come brano di rottura col mondo e comunque una sorta di alienazione con la massa perfettina e “clericale” dell’epoca.

Gli Stones sono stati i precursori del “prog”, anche se, antiteticamente, gruppi come i Genesis, inglesi anche loro, si affacciavano al mondo con i primi loro album: The Serpent, Trespass; oppure i King Crimson con un Robert Fripp che porta una musica ancora più estrema con un “21 century schizoid men” e “In the court of the Crimson King” (anni 1969) ma che preludono un rock anni settanta che si sviluppa in tanti rami diversi.

Un rock più duro lo troviamo nei Deep Purple che scatena la popolazione giovanile musicale più sballata con una forte predominanza della chitarra elettrica di Blackmoor che in “Smoke on the Water” trova l’apice del godimento. Affianco ai Deep c’erano i Led Zepplin con la chitarra di Page e la voce di Plant a scatenare la gioventù dei ’70.

Nel corso del tempo nacquero dei Rockker che gettavano semi su generi diversi con un sound caratterizzato dalla provenienza culturale del gruppo: I Jethro Tull con un flautato Ian Anderson , ad esempio, hanno dato un aria celtica al rock fin’ora standardizzato; gli Yes con la chitarra di Steve Howe e il cantante Jon Anderson (poi approdato per un periodo ai deep purple, guarda l’album Burn) hanno dato un ritmo più blando mescolando un ritmo anche classico: “Mood a for Day” vi è l’esempio.

In Italia nascevano in contemporanea ai gruppi del metà ’70 PFM, Banco, Sigmund Freud.

Tutti e tre portano la scia prog anglo-americana con sonorità diverse: I PFM con il violino di Pagani e la chitarra di Mussida e un batterista, di Cioccio, che si amalgano dando filo da torcere ai colossi inglesi di inizio settanta. Il banco, con i fratelli Nocenzi che sono riusciti a mettere insieme il pianoforte ed il Moog con un risultato eccellente e che hanno fatto vadere il rock in prospettiva più “lirica”. I Sigmund Freud, che ancora oggi ci deliziano con la loro musica con l’album “Illusioni”, danno una sonorità nuova alla ricerca di quella perfetta forse, con la chitarra e i brani targati Claudio Ciuffa che trasportano gli ascoltatori su una linea temporale tutta loro, in un new sound, (forse Freud centra qualcosa con la musica filosofica che propongono) che va dall’uso vero e proprio della chitarra elettrica effettata alla Ciuffa, alla sonorità sinth eccentrico alla EL&P.

Negli stessi anni, dalla scissione con i King Crimson il grande Lake si forma con Emerson e Palmer con un modo di utilizzare basso-sinth-drum: “Pictureat Exibition” ne è la prova.

Dagli ottanta in poi il rock si trasforma con i Queen e i Pink Floyd. Brani tipo We were Rock you, mescolanza di voci con un Mercury che non aveva rivali nei Queen. I pink Floyd sono invece legati alla chitarra di Gilmour, il suo delay e chorus a palla che rendeva un canto le sue note ed il sinth di Waters oceanico che agli ascoltatori sembrava stare su una spiaggia o inmmersi nello spazio infinito invece che ad un loro concerto.

Starei qui a parlare per ore ma vi lascio al prossimo articolo, perché non finisce qui il nostro incontro con il Rock.

BUON PROG A TUTTI!

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